Il rappresentante speciale delle Nazioni Unite per la tortura, Juan Méndez, ha accusato nel weekend il Messico di torturare “regolarmente” i detenuti a tutti i livelli, dalla polizia locale all’esercito.
Méndez ha precisato che tali azioni avvengono di solito tra il momento dell’arresto e la comparizione davanti al giudice.
In conferenza stampa, il funzionario dell’Onu ha detto che la pratica più diffusa prevede pugni, calci e bastonate, come anche scariche elettriche ai genitali.
Per porre un freno a tali abusi, ha aggiunto Méndez, sarebbe di fondamentale importanza una riforma della giustizia che consenta un accesso immediato ad un avvocato.
Il presidente Enrique Peña Nieto ha più volte detto che l’eradicazione di queste pratiche sono una priorità per il suo governo.