Il tasso di omicidi negli Stati Uniti sta conoscendo nel 2015 una crescita che ha pochi precedenti.
A riferirlo sono i media nazionali a cominciare dal New York Times che in questi giorni ha raccolto ed elaborato i dati dai quali emerge che almeno 30 grandi città statunitensi hanno conosciuto un aumento degli omicidi a due cifre.
L’aumento principale è stato registrato a Milwaukee con un +76% di omicidi registrati nei primi 8 mesi del 2015, in numeri si è passati dai 59 omicidi del 2014 ai 104 registrati finora.
Subito dietro St Louis, in Missuri, con un aumento del 60% (85 nel 2014 e 136 fino ad ora) e poi Baltimora, Maryland, con un +56%, dai 138 del 2014 ai 215 dell’anno in corso.
A Washington l’aumento di omicidi registrato finora è stato del 44%.
Un rapido aumento dei crimini mortali è stato registrato anche a New Orleans, Chicago, Kansas City, Dallas, New York e Filadelfia.
Sulle motivazioni di questa tendenza non esiste una spiegazione unica. Alcuni funzionari di polizia imputano il trend ad una sorta di atteggiamento più morbido adottato dai poliziotti in seguito a quello che i media americani definiscono “l’effetto Ferguson”. Ma, rispondono i critici di questa lettura, se questa spiegazione potrebbe avere un suo senso nello spiegare i dati di St Louis e Baltimora, non spiega la tendenza generalizzata registrata a livello nazionale.
Altri imputano i dati all’aumento dell’acquisto di armi da fuoco, da un picco negli omicidi tra bande criminali e da una crescente tendenza dei più giovani a risolvere le dispute con le pistole.