Per la prima volta, ieri, aerei militari statunitensi hanno compiuto raid contro posizioni dell’Isis nella città di Sirte, lungo la costa libica. La conferma è arrivata dallo stesso primo ministro libico Fayez al-Sarraj che, in un discorso trasmesso in televisione, ha sostenuto che l’intervento statunitense è arrivato in risposta a precise richieste del suo governo. Stessa conferma è arrivata dal Pentagono.
Secondo varie fonti, l’offensiva governativa in corso a Sirte ormai da mesi sarebbe rallentata dall’uso di ordigni e trappole esplosive; questo fatto avrebbe spinto i libici a chiedere l’aiuto americano.
Man mano che le truppe governative si avvicinano al centro della città, più difficili si fanno le posizioni della popolazione civile rimasta intrappolata a Sirte. La situazione si farà di fatto più difficile anche per il preannunciato ricorso a nuovi raid aerei. Il portavoce del Pentagono, Peter Cook, ha riferito che “non esiste al momento una scadenza precisa per i raid, la speranza è che se ne possa fare a meno presto”.